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sabato 16 agosto 2008

L'evoluzione del gaming on-line

Secondo i risultati di un’indagine resi noti a dicembre 2007 da McAfee, uno dei maggiori fornitori mondiali di sistemi di protezione informatici, la minaccia per le economie virtuali sta superando la crescita delle minacce all'economia reale.
Nel 2007 i casi di furto di password durante il gaming on-line hanno superato quelli che hanno colpito le banche.

Grazie al gaming on-line si formano vere e proprie comunità che, oltre a sfidarsi on-line nei giochi preferiti, dialogano, si scambiano pareri e informazioni tramite appositi forum.
Senza contare tutti quei siti che, pur non fornendo un accesso diretto all’attività ludica, pubblicano contenuti che la riguardano e mettono in contatto i vari giocatori: un esempio sono il portale My-game.it e tutti i siti dedicati alla Playstation (tipo PS3-world.it).

Pur non essendo un appassionato di gaming on-line, io lo analizzerei comincerei anzitutto col fare una classificazione:

  1. Giochi scaricabili da internet
  2. Giochi pubblicati ed eseguibili direttamente sul sito web che li ospita
  3. Advergames
Il primo tipo risale alla notte dei tempi di Internet, mentre il secondo tipo è arrivato nel momento il cui le pagine web sono diventate dinamiche.

Entrambi sono i classici giochi leggeri “mordi-e-fuggi”, adatti anche ad un’utenza adulta che vuole ritagliarsi piccoli momenti di relax (vedi ad es. la piattaforma Zango) ed hanno un modello di business basato sugli introiti pubblicitari (infatti contiene Ad-ware) costituiti da banner e pop-up.
Con l'Ad-ware in forte calo (grazie anche ai legislatori che le osteggiano) proprio recentemente queste mini applicazioni stanno vivendo una seconda giovinezza.
Ad es. la piattaforma Zango consente la pubblicazione di questi giochini all’interno del nostro sito o, viceversa, consente a terze parti di pubblicare il loro giochino sulla loro piattaforma.
E' un trucchetto che aiuta i proprietari dei siti ad aumentare la permanenza sulle pagine dei visitatori e/o dare percezioni positive del sito stesso.

Probabilmente sarà capitato anche a voi di vedere un bannerino in Flash su una pagina web che vi invita a giocare a tris oppure a risolvere un quiz semplice tipo “Di che colore era il cavallo bianco di Napoleone”.
In caso di vittoria il giochino vi farà smodati complimenti e subito dopo vi piazzerà sotto il naso il messaggio pubblicitario, approfittando del vostro stato emotivo favorevole.

Il
terzo tipo è la nuova frontiera: sono giochi innovativi, caratterizzati da una grafica ad alta definizione, simulazione di ambienti e persone reali, fluidità di movimenti, suoni coinvolgenti, vasta gamma di colori.
Per un utilizzo in condizioni ideali, richiedono una connessione a banda larga (quindi con limitazioni legate al digital-divide) un hardware ai massimi livelli e console di comando.
Introducono il concetto innovativo di “advergames”, cioè di videogiochi che “integrano” i brand sponsorizzati nelle varie scene di gioco.
In questo caso l’advertising non interrompe il gioco ma è parte integrante dello stesso.

Dal giocatore on-line, cosa importantissima, non viene percepita come invasiva; al contrario, il giocatore associa il brand ad un’esperienza divertente.
Non è necessario che il brand sia associato al contesto del gioco: l'importante è che venga percepito come qualcosa che rende più realistica l'esperienza di gioco, in quanto i marchi e le pubblicità fanno parte della nostra vita quotidiana.

E’ un mercato in continua crescita che secondo le stime nel 2011 raggiungerà i 13,4 miliardi di dollari.
L’audience tipica è quella che viene definita dei “giovani adulti” di sesso prevalentemente maschile.

Un esempio di advergame di ultima generazione sono quelli marchiati Massive, a cui fanno riferimento gli screenshot qui sotto.
Per capire di cosa si tratta la cosa migliore è andare direttamente sul sito e provare in prima persona questa esperienza; una volta li è sufficiente cliccare sui vari tasti “View” contenuti nella pagina.
Il link è questo.


sabato 22 marzo 2008

Telefonare gratis in cambio di pubblicità


Dal primo di aprile (ma non è uno scherzo) chi si iscriverà al servizio VoIP del provider Voixio nel Regno Unito potrà scegliere, in alternativa alla modalità a pagamento, di effettuare le telefonate gratis in cambio della visione di un breve video pubblicitario prima dell'inizio della telefonata.

Servizi offerti: chiamate della durata massima di 15 minuti, videochiamate di max 60 secondi, messaggi vocali (inviati via e-mail).
Nel caso in cui questo limite fosse insufficiente, è prevista la possibilità di acquistare credito agggiuntivo tramite PayPal.

Limiti di utilizzo: è possibile contattare sia numeri di rete fissa che mobile (tranne i numeri di emergenza), mentre geograficamente è possibile raggiungere tutto il mondo.

All'atto dell'iscrizione al servizio vengono richieste alcune informazioni personali tipo sesso, età, residenza e interessi particolari.

A differenza di altri servizi VoIP presenti sul mercato (es. Skype), quello di Voixio è un servizio web che segue la tendenza web 2.0 verso i SaaS (Software as a Service), quindi non necessita dell'installazione di alcun software.
Tramite una semplice interfaccia web chiamata Zenon Voixio è possibile autenticarsi e comporre il numero da chiamare.

Da segnalare infine la possibilità di includere nel proprio sito/blog il widget (servizio Click2Call) per l'accesso diretto a questo servizio di chiamata.


link: http://www.voixio.com/

sabato 29 dicembre 2007

Per favore, non chiamateli "telefonini"

Italiani popolo di santi, navigatori, inventori, poeti....e negli ultimi anni anche di cellu-dipendenti.
Non è una novità infatti che nel Bel Paese la penetrazione della telefonia cellulare sia tra i livelli più alti a livello mondiale (in Italia nel 2006 si calcolavano 139 telefonini ogni 100 abitanti).
Apparentemente questi dati contrastano con quelli che ci danno in ritardo rispetto ai paesi tecnologicamente avanzati (e purtroppo non solo quelli) per quanto riguarda la diffusione delle tecnologie informatiche.
E' sicuramente un fatto culturale: saper telefonare è una cosa certamente meno difficoltosa che saper utilizzare un personal computer, quindi alla portata di chi, per età, estrazione sociale o mentalità, si integra a fatica (e molto spesso subisce passivamente) l'informatica.

Il pc? Lo uso perché sono costretto, per lavoro o per necessità varie.
Il telefonino? Lo uso perché mi piace, mi segue ovunque, è trendy, cool, fashion, a differenza dei pc è uno status symbol perché posso esibirlo in pubblico.
Sono le stesse motivazioni che nel corso degli ultimi 2 anni hanno creato i presupposti per il boom dei dispositivi portatili multimediali, iPod in testa (vedi valore azioni Apple raddoppiato nell'ultimo anno).

Il ciclo di vita medio di un telefonino in Italia è di circa 18 mesi, dopodiché viene soppiantato dal nuovo modello messo in commercio.
Assistiamo quotidianamente a bambini delle elementari dotati di cellulari ipertecnologici (che peraltro sanno utilizzare meglio di molti adulti), perché "così sono sempre rintracciabili dai genitori ansiosi".
Anche agli ultraottantenni non manca quasi mai il cellulare (magari quello col display ed i tasti giganti per facilitare vista e udito che non sono più quelli di un tempo) perché "così i figli non stanno in pensiero ed è meglio del classico telesoccorso".

Dopo avere espugnato ogni segmento di mercato, il telefonino ora dichiara guerra al telefono fisso: infatti nel 2006 ben il 38% delle famiglie italiane ha dichiarato di possedere solo il telefono cellulare e non quello fisso, ancora prima quindi che venissero lanciate le offerte di convergenza fisso-mobile.
Amore per il telefonino oppure odio per canoni, abbonamenti, spese fisse e allacciamenti vari?
Probabilmente entrambe le cose: in ogni caso la strada è segnata e non a caso sia colossi come Google che i maggiori analisti di mercato vedono nel mobile adv la nuova frontiera dell'advertising e che dovrebbe avere il proprio boom a breve.
Altri invece, come Nokia e Apple, vedono un futuro con dispositivi portatili digitali per il quali l'appellativo "telefonino" sarà inadeguato.

Sia ben chiaro, niente a che vedere con gli attuali videofonini, con i cellulari con fotocamera/videocamera incorporate, con TV e radio, capaci di riprodurre musica e filmati, navigare sul web e di interfacciarsi senza fili grazie al Bluetooth.
Parliamo infatti di dispositivi a cui l'Apple iPhone sta facendo da apripista, del misterioso Google Phone i cui rumours sul web risalgono ad 1 anno fa, dei nuovi avveniristici Nokia annunciati (vedi presentazione qui sotto).


Quello che però deve fare riflettere è altro:
  1. l'attuale copertura della telefonia 3G sul territorio nazionale deve aumentare ed essere più uniforme sul territorio.
  2. la differenza di costo tra le tariffe mobili e quelle fisse è sensibile.
  3. la banda di larghezza è più limitata (l'operatore Tre ha un'offerta di fascia alta per 3,6 Mb/s) rispetto a quella ADSL2, della fibra ottica e soprattutto del futuro protocollo WiMax.
  4. la qualità della trasmissione sia voce che dati è inferiore a quella della rete fissa.
Per contro ci sono indubbi vantaggi, soprattutto per l'utenza business, come quello ad esempio di essere sempre "always on", ovunque ci si trovi.
Alla luce di queste considerazioni, fino a quando continuerà la migrazione delle utenze dalla telefonia fissa verso quella mobile? Quale sarà il punto di equilibrio? Intanto secondo recenti stime entro il 2012 nel mondo ci saranno ben 95 milioni di apparecchi UMD (Ultra Mobile Devices), praticamente degli iPhone ma più evoluti.

venerdì 30 novembre 2007

La pubblicità nei documenti elettronici

Adobe e Yahoo! hanno annunciato di avere raggiunto un accordo per fornire un servizio che introduce spot pubblicitari nei documenti PDF (formato che giusto in questo giorni sta per divenire standard ISO).
Al momento il servizio è in fase di test.
Il modello di business si basa sul concetto di fornire gratuitamente documenti PDF che altrimenti sarebbero consultabili solo a pagamento; la contropartita sarebbe appunto l'advertising incorporato, pare non invasivo e distinto dal contenuto vero e proprio del documento.
L'idea sembra interessante (ed applicabile anche ad altri contesti): contenuti e servizi in cambio di pubblicità. Stiamo a vedere se il popolo degli internauti, di solito diffidente verso iniziative di questo tipo, accoglierà questa iniziativa positivamente, quando sarà rilasciata definitivamente.

link: http://www.zeusnews.it

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