Nell'ultimo periodo si sono verificati diversi eventi di particolare importanza per il futuro del document management.
Infatti è in atto una feroce battaglia con da un lato il leader Microsoft (tramite la propria suite Office che rappresenta il 90% del mercato) e dall'altra una coalizione con Google, Adobe, Mozilla e Sun in prima fila.
Microsoft si è vista confermare proprio nei giorni scorsi 500 milioni di dollari di multa dalla UE per abuso di posizione dominante e si rifiuta di rendere pubblica la documentazione tecnica necessaria per interfacciare i propri prodotti con quelli della concorrenza.
La concorrenza invece sostiene il formato OpenDocument, che recentemente è stato riconosciuto standard ISO/IEC 26300 nel novembre 2006.
Adobe e Google sono leader di mercato nella fornitura di applicazioni web e hanno stretto diversi accordi commerciali tra di loro.
Sun sostiene il progetto free OpenOffice e distribuisce StarOffice (sorella maggiore a pagamento di OpenOffice), entrambi sviluppati su base XML, e recentemente ha stretto un accordo con Google per includere gratuitamente StarOffice nella suite Google Apps.
Google invece rende disponibile gratuitamente tramite browser la suite Google Docs, che comprende un editor di testo, un foglio di calcolo e, da pochi giorni, anche un prodotto per realizzare presentazioni; a questi si aggiunge Google Base per gestire basi dati non complesse.
Da pochi giorni anche IBM è diventata sostenitrice dell'OpenDocument, presentando contestualmente Lotus Simphony, la propria suite gratuita basata appunto su OpenOffice e comprendente text editor fogli di calcolo, presentazioni. Funziona su piattaforme Windows, Linux e Apple.
Sempre in questi giorni è stata rilasciata la versione 2.3 di OpenOffice, pienamente compatibile con Google Docs e arricchita di nuove funzionalità.
Stretta in questa morsa e nel tentativo di allontanare le critiche di chiusura verso la libera concorrenza, nei mesi scorsi Microsoft ha creato il formato Office Open XML, e spinge affinché venga riconosciuto come standard ISO.
In questi giorni è arrivata però un'altra doccia fredda per il colosso di Seattle, la prima "bocciatura" del proprio processo di standardizzazione, che verrà riesaminato più avanti quando Open XML offrirà garanzie maggiori di interoperabilità.
Gli esaminatori infatti non ne sono convinti appieno.
C'è da giurarci, vista la posta in gioco, la battaglia è appena iniziata.
Roberto Favini
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giovedì 20 settembre 2007
L'Open Document alla riscossa
Pubblicato da postoditacco alle 16:55
Etichette: Adobe, Microsoft, Open XML, OpenDocument, OpenOffice, Sun
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